Terzo Settore: la soluzione occupazionale giusta?

 Il Terzo Settore coinvolge Soggetti (Associazioni, Comitati, Fondazioni) che si sostengono, di solito, in maniera privata, con forme di autofinanziamento; essi sono “no-profit”, ossia unificati dal divieto, fissato per statuto, di distribuire i profitti ai membri che ne fanno parte o ai dipendenti, e dall’obbligo di reinvestirli completamente nell’attività svolta: i volontari (oltre sei milioni di persone attive) perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, promuovendo e realizzando attività di interesse generale, per libera scelta, gratuitamente e, spesso, con l’intenzione di attuare azioni di mutualità, nella produzione e nello scambio di beni e servizi.

Facciamo qualche esempio:

 – Associazioni di volontariato connesse alla Protezione Civile (sul sito http://www.protezionecivile.gov.it/servizio-nazionale/strutture-operative/volontariato/elenco-nazionale/centrale troviamo l’elenco nazionale);

– Cooperative sociali;

– Associazioni di promozione sociale.

 

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