Dai numeri statistici alle previsioni, fino alla forte aspettativa dell’immunità di gregge
Gli italiani, in questo periodo che potremmo definire, ottimisticamente, “di transizione”, si improvvisano “profeti”, rispetto al futuro andamento dei contagi e, tra questi, molti sperano in una risoluzione definitiva della pandemia da Covid-19.
Ma, forse, in prima istanza è necessario chiedersi quali siano stati gli “errori” commessi nella gestione e nel tentativo di contenere la diffusione del virus.
Veniamo, quindi, al nodo della questione.
In primo luogo, consideriamo alcuni dei dati riguardanti la prima e la seconda ondata pandemica (www.agi.it).
Cominciamo con il fissare “paletti” cronologici: la prima ondata è partita il 24 febbraio del 2020 e si è protratta fino all’11 giugno; la seconda è iniziata il 14 settembre, per concludersi nel dicembre 2020. Se poniamo a confronto l’andamento dei contagi da Covid-19, la seconda ondata (2021) ha coinvolto un numero di italiani 8 volte superiore rispetto alla prima: nel corso della prima ondata, si sono infettate 236.134 persone; nella seconda 1.822.841. Anche il raggiungimento dei picchi ha avuto tempi differenti: infatti, la prima ha raggiunto l’apice in poche settimane; la seconda, invece, ha avuto un’evoluzione più lenta.
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