Riforestazione, rivoluzione verde, transizione ecologica: macrocosmo e microcosmo tra azione e involuzione

Molti comuni italiani si trovano in aree a rischio di dissesto idrogeologico a causa della deforestazione e della cementificazione. La tempesta dell’ottobre 2018, che si è abbattuta su Veneto e Trentino, ha sradicato oltre 14milioni di alberi, comprese le aree del pregiatissimo abete rosso, e ha distrutto 45mila ettari di foresta.

Ma questo, certamente, non è l’unico esempio da addurre per parlare di “guerra” alla natura: infatti, l’80% della popolazione del Paese ‘consuma’ suolo, trasformandolo in superfici impermeabili ed inerti, al ritmo di due metri quadrati al secondo.

Eppure, la riforestazione, in Italia, porterebbe enormi benefici, non solo perché darebbe solidità e stabilità al suolo, ma anche perché andrebbe a vantaggio della qualità dell’aria. Sappiamo bene, infatti, che la concentrazione di CO2 e polveri sottili nelle nostre città supera spesso i limiti consentiti e la piantumazione certificata di alberi anti smog potrebbe contribuire all’assorbimento di sostante inquinanti.

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