"Processiamo" le intenzioni: immaginare sì, distruggere no

L’ipotesi di prevedere il futuro del nostro pianeta, affidandosi alla semplice immaginazione, ha grande forza di attrazione su chiunque si soffermi a valutarla, in particolare su chi fa della fantasia anche uno strumento di lavoro. Tuttavia, per quanto l’idea sia accattivante, soprattutto fumettisti e scrittori, essa è, purtroppo, destinata a fallire; si basa infatti sulla misteriosa dote, in possesso di menti creative, di rappresentare l’evoluzione del mondo su carta, su pellicola e altri materiali. L’opinione di molti è che l’arte di “predire” il futuro sia frutto di una sorta di potenziamento delle percezioni sensoriali, che si definisce “sesto senso”; altri potranno, ancora, richiamarsi a personaggi che, in virtù di questo “dono”, hanno raggiunto una grande fama, anche postuma: pensiamo alle quartine di Nostradamus, alle presunte abilità paranormali della bulgara Baba Vanga, oppure alla famosa “Profezia dei papi” di San Malachia … la lista non si fermerebbe qui, peraltro.


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