Il pianeta rosso: un’inesauribile sete di conoscenza

 

Una distanza di 480 milioni di chilometri. Una complessa procedura di atterraggio. Al massimo tensione e inquietudine. Ma la sonda Perseverance ha raggiunto ormai il suolo di Marte.

L’obiettivo, sicuramente molto ambizioso, è quello di rinvenire eventuali segni di presistenti forme di vita su Marte. Ecco il motivo per cui gli eroi della missione spaziale per l’esplorazione di Marte, sviluppata dalla NASA, raccoglieranno un consistente numero di campioni di roccia, destinati ad essere analizzati, una volta giunti a destinazione. Sulla Terra, appunto. Questi cimeli interstellari forniranno proprio le risposte che si cercano: c’era la vita su Marte? 

Perseverance si è avvalsa di alcuni strumenti in “dotazione” (d’altra parte, l’equipaggiamento dei veicoli NASA è sempre studiato scientificamente): informazioni codificate, microchip, immagini di dinosauri e cianobatteri. A queste scelte organizzative e strategiche, la NASA ha affiancato auspici ed omaggi, dedicando la propria missione proprio a chi è stato, ed è, in prima linea nella lotta contro il coronavirus. Peraltro, il rover Perseverance è stato dotato di una piccola piastra di alluminio, che mira a ringraziare i medici, gli infermieri e tutte le altre persone che stanno lottando per rallentare la diffusione del coronavirus e curare le persone malate di covid-19: su di esso, infatti, è stata incisa l’immagine della terra, retta dal bastone di Asclepio, antico simbolo greco della medicina. Come non riconoscere e celebrare le sfide che il personale sanitario, seppur intrappolato in un mondo spesso mal gestito dalla politica, sta affrontando?

 

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