USA – Politica estera. Innovazione e conservatorismo, parole e atti formali

 Il nuovo inquilino della Casa Bianca, dopo una campagna difficile, caratterizzata non solo dai numerosi “temi caldi” e dagli incontri-scontri con l’avversario Donald Trump, ma anche da una lotta sui social (per i Repubblicani, Biden è noto come “Sleepy Joe”), ha subito una pressione mediatica senza precedenti. Ma, lo stesso Trump ha ben presto dovuto ricredersi: infatti, in soli 50 giorni, l’amministrazione di un presidente che molti definivano “moderato” ha dato atto a numerose riforme, avallando naturalmente la “damnatio memoriae” del suo predecessore: tutela dell’ambiente e del clima, protezione dell’immigrazione, attenzione ai diritti civili, lancio di un efficace piano-vaccini. 

Insomma, la grinta del 78enne ha stupito l’opinione pubblica, l’opposizione e i media. 

Tutto sotto controllo, dunque? Ebbene no! Questo, purtroppo, dobbiamo smentirlo! Pensiamo, in particolare, alla politica estera e ai rapporti con altri Stati: Cina, Corea del Nord  e Russia. 


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