Alesia 💚 Edipo e le sue parole. Il Molise, tra mare e montagne, le ha lette, ascoltate, pensate



“Alesia ed i suoi compagni di viaggio” accolgono con piacere le riflessioni dell’amica Daniela Di Claudio, che di cuore ringraziano

“Clamori”, «..il mondo è piccolo, il mondo è grande» (Franco Battiato) – Marco Ursano, ospite della Rassegna, con il suo romanzo, “Anni Collaterali”, ha onorato la nostra Regione, rappresentando IL valore aggiunto per una popolazione autentica, accogliente, curiosa e guerriera.

Quando, nel 321 a. C., i Sanniti, durante la seconda guerra sannitica, imposero ai Romani di passare sotto i gioghi, non si sarebbe mai immaginato che l’unica popolazione italica in grado di abbattere Roma fosse, in un certo senso, “oscurata” nel tempo… Ma i “molisani-doc” hanno imparato bene a difendersi e sanno associare a se stessi quell’atavico senso di identità che li rende unici, non solo agli occhi dei turisti stranieri, ma anche alla mente brillante, lucida e sensibile di un autore, come Marco Ursano, ugualmente unico, affinché il Successo, la Natura, i Libri e le Voci rimangano impressi nelle coscienze di chi, magari ancora un po’ scettico, dopo un passato da “detrattore”, dovrà accettare finalmente che «il Molise esiste e mena forte» (Maria Centracchio).

Marco Ursano, classe 1967, noto giornalista e scrittore spezzino, ha chiuso, ma davvero in Bellezza, la Rassegna “Clamori”, promossa dall’Associazione Alesia2007 Onlus, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso e con la partecipazione, simbolica ma forte, dell’Associazione Culturale “La Mantigliana”.

L’autore, che dal 2015 pubblica con MdS Editore (Pisa), ma scrive da sempre (scrittori si nasce: è, questa, una verità che appartiene alla “genetica del cuore” della sua scrittura), ha presentato il suo ultimo romanzo “Anni Collaterali” (MdS Editore 2020), in attesa del prossimo, “Homo Pandemicus” (sempre con MdS), nella location che incontra molti dei messaggi del suo libro, oltre che la mission di Alesia2007: Villa de Capoa, secondo una sorta di “legge” che dovrebbe essere onorata da tutti (i latini dicevano locus regit actum), è insieme “locus amoenus” e “locus ingenii”.

Nel tardo pomeriggio del 23 luglio, gli ospiti della Villa e gli “attori” della Rassegna hanno  avuto l’opportunità di “nutrirsi di ricchezza”: interessati e coinvolti, essi hanno percepito la forza delle parole dell’autore che, con la sua narrazione, lunga quarant’anni, ha raccontato la Liguria, la Storia, il nostro Paese, in un cambiamento che è stato, nello stesso tempo, approdo, smarrimento, evoluzione.

Il romanzo “Anni Collaterali” si dilata su un arco temporale di quattro decenni, segnati da quattro eventi significativi, che fanno da cornice al percorso di crescita di Edipo, il protagonista: la fitta nevicata del 1985; la guerra del Golfo; l’attacco alle Torri Gemelle; il turismo selvaggio che minaccia il Golfo dei Poeti, Le Cinque Terre e l’isola del Tino.

La descrizione della nevicata del 1985, che dà inizio al romanzo, paralizzò La Spezia e i sogni dei giovani e degli adolescenti, scanditi da “una ruvida colonna sonora new wave”. “[…] come sopravvivere all’ondata di gelo”? Tutto sta nella forza interiore: oggi, siamo reduci (auspicio..) di una pandemia…

La guerra del Golfo è descritta e scandita dalla prosa lirica e paratattica dell’Ursano, in questo caso, forte e “violenta”, tanto da imprimersi nella mente del lettore che, all’unisono con l’autore, condanna, in maniera impietosa e assoluta, l’imperialismo.

“Anni Collaterali” non tralascia la voce della Memoria, grazie alla “testimonianza-flashback” del nonno del protagonista, deportato dai nazisti in un campo di lavoro, con lo scopo di risvegliare le coscienze decontestualizzate di chi, ancora nell’epoca odierna, sogna «un’Europa bianca, con forti muri tutt’intorno» (Christian Schwochow, regista tedesco di “Je suis Karl”).

Chi è Edipo? Un personaggio che vive nell’Autenticità, tra gioia e sofferenza. Edipo ama la Natura incontaminata dell’Isola del Tino ma, poiché è simbolo di Humanitas,soffre se la sua solitudine è forzata. Desidera quella sorta di isolamento ricercato ad hoc per condividere poi la sua ricchezza con gli altri: l’autore, infatti, sebbene non abbia scritto un’autobiografia, ma qualcosa in più rispetto ad un mero romanzo di formazione, ha incarnato Edipo presentandolo, con pienezza e sincerità, a tutti i molisani che lo hanno ascoltato.

Chi è Tullio? Il nonno, un personaggio chiave, che evoca sentimenti a tutto tondo e vicende che, nel fluire naturale della scrittura, richiamano con forza tutte le tematiche di “Anni Collaterali”:

  • l’affetto profondo di Edipo verso “quell’esserino di cristallo che occupava la vasca solo per metà […]. Il nonno chiudeva gli occhi e si faceva lavare come un animale docile”;
  • la lacerazione e l’inaridimento dell’uomo, causati dalla seconda guerra mondiale, che si insinuava nell’animo di chi la faceva e la pativa nello stesso tempo, quando si lavorava “a mani nude e con i piedi avvolti negli stracci, a venti sottozero”, quando “si litigava per un pezzo di pane” e si subivano “le botte dei secondini, i pidocchi, le malattie”;
  • la caduta delle Torri Gemelle, vissuta attraverso il filtro straniato degli spettatori di un bar sul Monte Amiata, dove Edipo è con suo nonno: qui, infatti, mentre le telecamere inquadravano l’uomo che cadeva, “una figura diafana [..] un corpo disarticolato”, […] nessuno parlava”;
  • l’amore: da Nancy e Nina (le ragazze amate da Edipo nell’età adolescenziale e giovanile) a Clara (la donna amata in gioventù dal nonno e ritrovata per caso) il passo non sembra essere tanto lungo, ma solo dal punto di vista del coinvolgimento emotivo dei due personaggi, il giovane Edipo e il vecchio Tullio. E l’amore di Tullio per Clara, fatto di parole, gesti, letture condivise, affinità elettive, “torna” nell’incontro imprevisto, dopo cinquanta anni e nel flashback della terza parte: “A volte Clara prendeva uno dei libri di suo padre e leggeva dei passi. Erano storie bellissime, di libertà, di paesi lontani, di oceani. Mi lesse anche storie tristi, di povertà, ma anche entusiasmanti, di riscatto e di eroismo. Imparai che con i libri puoi viaggiare ovunque nel mondo e nella fantasia, imparare cose nuove. Non l’ho mai dimenticato e lo devo a Clara”. Gli orientali, in questo caso, parlerebbero di “filo rosso del destino”, anche se l’uomo di oggi (“u” minuscola) è, forse, troppo preso dal denaro, dal desiderio di gloria, dal potere, per fermare lo sguardo sulla Bellezza del “riscoprirsi”, dopo essersi persi «nel labirinto delle possibilità della vita» (M. Ursano).

Tema significativo è anche quello della malattia che dà verità, in un reparto di chemioterapia, ad un sentimento di “riconoscimento e condivisione”, come se si fosse tutti “naufraghi su una zattera alla deriva nell’oceano”, nella speranza che la sfida «Tra coraggio e paura» (titolo questo di una poesia tratta dalla raccolta “Frammenti di luce dalla notte ferita” di Anna Corallo) possa trovare la Luce.

Il romanzo “ Anni Collaterali”, dunque, non è soltanto un racconto di formazione, ma dipinge un affresco della società italiana, della sua “evoluzione-involuzione”; rappresenta le contraddizioni di quegli anni e il rischio di contaminazione che proprio quei decenni hanno avuto sulla vita di chi, come il protagonista, li ha attraversati.

Lo stile di scrittura, rigoroso e denso, è comunque sempre stemperato da una sottile ironia.

Romanzo sicuramente impegnativo, ma straordinario e così suggestionante che non è possibile interrompere la lettura.

Se proviamo ad immaginare il futuro di Edipo, vediamo il personaggio sereno, in un’età più matura, ma comunque sempre immerso nella Natura, nella Lettura e nella Musica.

Lo immaginiamo come un uomo forte e centrato, che vive con equilibrio la realtà e, forse, anche con il giusto distacco.

Daniela Di Claudio, 28/07/2021

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