VIDEOCONFERENZA DEL 22 APRILE 2021 - ARCH. MAURIZIO PECE (MiC - Direzione Generale - Creatività contemporanea) - Classe I D

 



La videoconferenza tenutasi con l'Architetto Maurizio Pece, alla quale la classe ha partecipato il giorno giovedì 22 aprile 2021, ha posto l’attenzione sul tratturo “Pescasseroli-Candela” e ha visto il coinvolgimento partecipativo di tutti noi studenti della I D.

Inizialmente, si è considerata l’associazione tra la transumanza e il percorso figurato della vita: lungo quei sentieri, non a caso, furono edificate tante chiese.

Riguardo alla cartografia storica del 1600 e del 1700, la rappresentazione grafica del territorio, sin da quel tempo, si avvaleva dell'uso di simboli.

Le prime fotografie del territorio presero il nome di “reintegre”: esse, all’inizio del Seicento, erano scarne; ma, con l’evoluzione cartografica, nel corso di circa 100 anni, mostrarono sempre maggiore accuratezza nei dettagli e nell’uso dei colori.

Si pensi che le “reintegre” del Settecento rispecchiano la moda del Grand Tour: letteratura, cartografia e natura cominciarono, così, a richiamarsi, anche se i pastori, che invece ne avrebbero avuto davvero bisogno, non potevano disporre di tali strumenti.

Le reintegre avevano tre funzioni istituzionali:

Ø  Conservazione delle vie armentizie, che permettevano ai pastori non solo di percorrere i sentieri della transumanza (essa si protraeva dai 20 ai 30 giorni), ma anche di risolvere controversie sui confini;

Ø  Giurisdizione;

Ø  Organizzazione: locazioni da una parte, e attribuzione dei pascoli ai proprietari delle greggi dall’altra.

Inoltre, le reintegre indicavano l’ubicazione dei luoghi di ristoro: parliamo, in questo caso, delle taverne che, pur non potendosi configurare come luoghi di lusso, permettevano ai viaggiatori e al bestiame di riposare.  

Altri elementi tipici del paesaggio molisano erano i castelli: essi, situati nella parte alta dei borghi, sorsero nell'Alto Medioevo.

I primi castelli furono edificati in risposta al fenomeno delle razzie di "banditi" che saccheggiavano i centri abitati. L’evoluzione fece sì che i castelli diventassero centri di commercio e di potere, e fungessero da magazzini per custodire risorse preziose, quali oro e gioielli. Inoltre, essi svolgevano anche una funzione di difesa, perché la loro posizione strategica permetteva di tenere sotto controllo il territorio circostante.

I castelli più noti sono quelli di Campobasso e  Pescolanciano.

Un altro elemento caratteristico del paesaggio molisano erano le masserie: in passato, queste comunità, dedite all'agricoltura, erano gestite da un padrone che controllava e guidava l'operato dei contadini.

I tratturi molisani sono stati riconosciuti nel 2020 come Patrimonio Monumentale dell'UNESCO, grazie anche alla visibilità ottenuta sul New York Times, una delle testate giornalistiche più illustri al mondo (quotidiano statunitense fondato a New York il 18 settembre del 1851). Il Molise è, dunque, per l’UNESCO una regione da visitare, attraversare, “camminare”.

Il fenomeno dell'urbanizzazione ha portato i borghi ad assumere gli elementi antropici di una città, con il centro storico e la parte bassa della città, in espansione, con caratteristiche diverse l’uno dall’altra.

Un altro cambiamento che, purtroppo, ha interessato nel tempo il Molise è stato il calo della disponibilità dell'acqua, dovuto anche all’uso non ottimizzato di macchinari all'interno delle industrie, in sostituzione alla manodopera umana.

In sostanza, l'obiettivo dell'Agenda 2030 (n°6), quello di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie, molto probabilmente, non sarà raggiunto.

Il senso di questo incontro? L’architetto Maurizio Pece ha arricchito le nostre conoscenze riguardo all’evoluzione del territorio molisano e alla bellezza della sua natura.

 

Classe I D

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